La terza guerra mondiale by Brian Harris

La terza guerra mondiale by Brian Harris

autore:Brian Harris
La lingua: eng
Format: mobi
pubblicato: 2012-03-11T21:40:47.857355+00:00


12

Uno degli hangar era stato smantellato per riparare e isolare l'altro. Non era un buon lavoro, ma serviva per trattenere un certo calore. Ma il problema primario di Caffey non era quello di tener caldi gli uomini, era quello di tenerli vivi dopo ogni contatto con il nemico (ora usava la parola apertamente), perché potessero tornare a combattere. Finché non fosse rimasto privo di uomini o di munizioni; o finché i sovietici non si fossero ritirati per tornarsene a casa.

Ma quelli non si ritiravano.

Avrebbero tenuto duro, Caffey lo aveva asserito durante una riunione, a costo di dover ricorrere ai sassi e alle palle di neve.

Sapeva di aver colpito la colonna. Aveva ucciso o ferito probabilmente trenta uomini e danneggiato, se non distrutto, il veicolo lanciamissili. L'-

avrebbero riparato, non aveva importanza, ma avrebbero impiegato del tempo. E sarebbero stati più prudenti, ora. Ma il prezzo che aveva pagato era stato terribile: due elicotteri fuori uso... la metà della sua aviazione.

Aveva perso i due piloti dell'Huey che era precipitato, più un migliaio di munizioni preziose. Un pilota del secondo elicottero era gravemente ferito, il velivolo inservibile. Il trenta per cento di vittime contro il tre o il quattro 81

per cento del nemico rappresentava un bilancio terrificante. E i russi, furi-bondi, aspettavano il prossimo attacco.

Queste erano le cose che Caffey aveva spiegato nella riunione di quella sera. Con un lungo sospiro, chiese se qualcuno aveva domande da fare.

— Signore, nessuno ne ha parlato... ma le nostre famiglie? — Era il tenente che aveva chiesto se il piano avrebbe funzionato, il giorno prima.

— Può sembrare irrilevante, considerando quello che succede qui, ma alcuni di noi dovevano andare a casa due giorni fa. Non voglio rientrare finché non abbiamo svolto il nostro compito, ma le nostre famiglie non sanno che cosa stiamo facendo qui... Cosa penseranno?

— Hanno detto loro la pura e semplice verità, tenente — rispose Caffey con un sorriso tirato. — Siete rimasti bloccati dalla neve... mangiate con appetito e fate ginnastica.

Qualche risata.

— Quanto tempo possiamo resistere, signore?

— Finché dura la tormenta — rispose Caffey. — Finché abbiamo munizioni, e uomini per usarle.

Le risate svanirono.

— Abbiamo fatto un buon lavoro, stamattina. Ma non è stato sufficiente. Riproveremo ancora. Continueremo finché non riceveremo aiuti... e onestamente non so quando arriveranno. La prossima volta non sarà così facile. Abbiamo perso due elicotteri; questo significa che ne useremo uno per il trasporto e uno per coprire la ritirata. Il sergente Parsons conosce la zona meglio di tutti noi, inoltre è l'unico con una lunga esperienza di combattimento. Se non ci sono obiezioni, lo promuovo ufficiale sul campo.

— Caffey guardò Cordobes. — Capitano?

— Nessuna obiezione, signore. Johnny dirige le cose più che egregia-mente.

Caffey si rivolse all'eschimese. — Sergente Parsons, con l'autorità che mi compete ecc.. vi nomino tenente dell'esercito degli Stati Uniti. Siete un ufficiale e come tale potete usare le latrine degli ufficiali, senza chiedere il permesso.

I sottufficiali applaudirono.

Parsons si alzò e chiese silenzio.

— Bene, ser... tenente — riprese Caffey, indicando la mappa. — Con le



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